Le tradizioni, si sa, sono importanti. Quando sono di famiglia, poi, vanno coltivate, seminate e raccolte. Le tradizioni della famiglia Biscu sono storie che andrebbero dipinte tutte di rosso: Come la passione, come il vino e come lo stemma di Oliena, la loro città.
LA FAMIGLIA BISCU
La famiglia Biscu che mi ha raccontato Simone qualche giorno fa è composta da lui, il fratello Danilo, il padre Graziano, la madre Luigina, le sorelle Tiziana e Alessia e il Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena DOC biologico che producono da trent’anni e da tre lunghe generazioni: il nonno, il padre e i due fratelli. Un vino che hanno fatto nascere sfuso per i bar, i ristoranti di Oliena e gli amici e che dal 2018 Simone e Danilo hanno messo in bottiglia con il nome ZioBì – Tziu in sardo vuol dire signore, ed è un omaggio al soprannome del padre, proprio lo Tziu Bì di Oliena – con il logo che stilizza i filari della vite. Quella vite che per paronomasia assomiglia alla parola vite - plurale di vita - quelle vissute generosamente da due generazioni per coltivare le vigne e per rendere questo prodotto così autentico.
ZIOBÌ
ZioBì nasce nel 2018. Lo zio di Simone e Danilo viene a mancare due anni prima, nel 2016, e l’eredità che lascia ai nipoti è simbolica e grande: un ettaro e mezzo di vigna a bacca nera Cannonau alle pendici del Monte Corrasi, in località Marguliai. Proprio una parte di quelle vigne coltivate dal nonno di Simone e Danilo, dal padre e dallo stesso zio. Dopo due anni, i ragazzi sono davvero motivati a prendere tutto in mano, compreso l’altro ettaro e mezzo del padre, e a fondare un’azienda vitivinicola.
Simone e Danilo, infatti, supportati dal padre Graziano – il vero deus ex machina della loro passione per i vini – e dalla madre Luigina onorano la tradizione di famiglia e accolgono la sfida: rispondere alle esigenze del mercato locale – che gli chiede un vino in bottiglia e non più sfuso - rimanendo fedelissimi all’usanza sarda e di famiglia. ZioBì è un’azienda familiare non solo per vocazione, ma soprattutto per coerenza con dei metodi di coltivazione della vigna e di imbottigliamento tramandati dal loro sangue e stampati nella loro testa – e quella dei sardi, si sa, è dura.
CANNONAU DOC
Ho bevuto il Cannonau DOC di ZioBì a Roma in una – stranamente – ventilata giornata di luglio.
L’etichetta moderna ma semplice non inganna assolutamente il gusto del vino: caratteristico e secco al palato, con un odore non fortissimo, ma comunque pungente. La gradazione – supera di poco i 14° – lo rende adatto come accompagnamento per una cena semplice e nutriente, come zuppe – in questo caso estive – e formaggi stagionati, meglio se di capra. Con questa bottiglia i sapori di una volta arrivano sul palato e ci rimangono per tanto tempo, donando al corpo una sensazione di pienezza data dal gusto e dalla consistenza del vino. Il Nepente di Oliena è un vino pieno.
Non è un caso che il nome Nepente significhi dal greco nessuna tristezza e provenga direttamente dall’Odissea di Omero. Questo vino ti prende all’improvviso e ti porta con sé in Sardegna. Non devi portare nessun bagaglio che non sia la curiosità e l’amore per l’autentico, figuriamoci la tristezza, che ti fa viaggiare pesante.
LA LEGGENDA DEL NEPENTE DI OLIENA
Di storie sul Nepente di Oliena se ne leggono e se ne sentono tante, e sono tutte interessanti. D’Annunzio ne ha scritto nel 1909 durante il suo viaggio in Sardegna ed è forse è il più celebre bevitore di questo vino, non a caso. Dopotutto è un vino elegante ma corposo, raffinato ma pungente, proprio come lo stile estetico del Vate.
La storia della famiglia Biscu e di ZioBì è una storia di passione, amore e coerenza che si sente poco e si legge ancora meno.
Nel frattempo, però, la loro storia possiamo berla. Ed è forse il modo migliore per apprezzarla davvero e per farla un po' nostra, aspettando di poterla non solo leggere e sentire, ma anche vedere e toccare, magari accompagnati dai racconti di Simone e Danilo nelle vigne ai piedi del Monte Corrasi, in località Marguliai.
di Luca Coricelli (immagini: ZioBì)